Global View
ITA
• L'ultima serie di dati macroeconomici statunitensi conferma che l'economia si sta moderatamente raffreddando, rafforzando l'aspettativa di un soft landing.
• Questi sviluppi stanno spianando la strada a un taglio dei tassi da parte della Fed a settembre, che dovrebbe essere annunciato questa settimana e che è già pienamente prezzato dal mercato.
• I mercati azionari hanno registrato una salutare rotazione, con i titoli growth che si sono consolidati dopo un forte rally.
Le relazioni sugli utili di questa settimana di quattro dei «Magnifici 7» potrebbero innescare una ripresa del trend rialzista.
Stiamo entrando nella settimana più calda dell'estate, non in termini di clima, ma di rilevanza per i mercati finanziari.
Le società dello S&P 500, che rappresentano circa il 40% del valore di mercato dell'indice, presenteranno i loro bilanci questa settimana; inoltre, si prevede che la Federal Reserve convaliderà le speranze di un taglio dei tassi a settembre e verranno pubblicati i dati sul mercato del lavoro.
A parte i dati sull'inflazione di metà agosto, non ci sarà nulla di particolarmente significativo fino alla fine del mese prossimo, quando i mercati finanziari attenderanno intrepidi l'esito del raduno annuale dei banchieri centrali a Jackson Hole e la relazione sugli utili di Nvidia, finora il principale beneficiario dell'intelligenza artificiale.
I recenti dati macroeconomici statunitensi hanno mostrato risultati contrastanti.
Le vendite al dettaglio, la produzione industriale e i consumi personali hanno superato le aspettative.
La prima lettura del PIL del secondo trimestre ha registrato un +2,8%, il doppio rispetto al trimestre precedente e significativamente migliore del 2,0% previsto. Tuttavia, quasi la metà di questo aumento è dovuto all'accumulo di scorte (0,8%) e all'aumento della spesa pubblica (+0,5%).
In particolare, si è registrato un balzo in avanti degli investimenti privati (+0,6%), in parte trainati dal boom degli investimenti nell'intelligenza artificiale.
Al contrario, altri dati, come quelli relativi al mercato immobiliare, alle richieste di disoccupazione e a vari indicatori di fiducia, sono stati inferiori alle aspettative.
Questa serie di dati economici contrastanti crea uno «scenario perfetto» per la riduzione dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve.
Come Powell ha più volte ricordato, mantenere i tassi fermi in un contesto di inflazione in calo implica una politica monetaria sempre più restrittiva.
Con il raffreddamento dell'economia e la ripresa della tendenza al ribasso dell'inflazione, il duplice mandato di promuovere la crescita e tenere sotto controllo l'inflazione impone alla Federal Reserve di dare maggiore peso al rischio di provocare un rallentamento eccessivo e non necessario dell'attività economica. L'equilibrio tra il rischio di tagliare i tassi troppo presto e il rischio di aspettare troppo a lungo si sta spostando a favore di un taglio, tanto più rapido quanto migliore.
Diversi governatori della Fed hanno recentemente mostrato una maggiore apertura a considerare la possibilità di un taglio.
Christopher Waller ha affermato:
“ci stiamo avvicinando al momento in cui un taglio del policy rate è giustificato”, mentre Mary Daly ha osservato che:
“non vogliamo trovarci in un momento in cui iniziamo a vedere il mercato del lavoro indebolirsi in modo sostanziale o vacillare, perché a quel punto spesso è troppo tardi per riportarlo indietro”.
Ancora più significativo è stato il commento di Powell durante il suo intervento al Congresso all'inizio del mese.
Di fronte alla domanda se un taglio dei tassi a settembre potesse essere visto come un'interferenza elettorale, ha risposto che:
“il nostro impegno è quello di prendere decisioni quando e come devono essere prese, sulla base dei dati, dei dati in arrivo, delle prospettive in evoluzione e dell'equilibrio dei rischi, e non in considerazione di altri fattori, compresi quelli politici”.
Molti avevano ipotizzato che la Fed, impossibilitata a tagliare i tassi a giugno a causa della fiammata inflazionistica di inizio anno, sarebbe stata costretta ad aspettare la fine dell'anno per evitare il rischio che un allentamento della politica monetaria poco prima delle elezioni venisse politicizzato. Le parole di Powell hanno spianato la strada all'azione della Fed.
Ma proprio per questo motivo, salvo sviluppi inaspettati dei dati macro e in particolare dell'inflazione, ora sarà davvero difficile per la Fed non effettuare un taglio a settembre.
Dalla riunione della Fed di questa settimana non ci si aspetta altro che la prima apertura ufficiale a un taglio dei tassi nella riunione di settembre, un messaggio che dovrebbe essere ribadito in modo ancora più esplicito a Jackson Hole.
Il mercato ha pienamente scontato questo scenario, con la curva statunitense che si è abbassata a luglio di circa 30 punti base nel segmento tra 1 e 10 anni.
Per quanto riguarda le azioni, i report sugli utili di Microsoft, Meta, Apple e Amazon di questa settimana saranno molto più importanti per i mercati rispetto alla Fed.
Dopo il rally mozzafiato dei mesi precedenti, le grandi aziende tecnologiche hanno attraversato una fase di consolidamento. La correzione, inizialmente iniziata come una sana rotazione del mercato, ha preso slancio dopo i risultati di Tesla e Alphabet.
Delle due, solo Tesla ha riportato risultati inferiori alle aspettative, mentre Alphabet, la società madre di Google, ha battuto tutti i parametri.
A sconvolgere il mercato è stato probabilmente il seguente commento del CEO Pichai:
“Penso che siamo in una fase in cui dobbiamo lavorare a fondo e assicurarci che su questi casi d'uso (per i prodotti di IA), su questi flussi di lavoro, stiamo guidando progressi più profondi per liberare valore, cosa che sono molto fiducioso accadrà ma queste cose richiedono tempo”.
Il rally dei titoli legati all'intelligenza artificiale è stato così forte che l'asticella delle aspettative è stata posta molto in alto.
Non sorprende quindi che l'avvertimento sulla necessità di avere un po' di pazienza abbia raffreddato gli entusiasmi. La correzione che ne è seguita è stata abbastanza profonda che oggi l'asticella è molto più a portata di mano. Risultati in linea con le attese o, ancora meglio, risultati migliori da parte delle grandi società tecnologiche che presenteranno i loro bilanci questa settimana potrebbero rilanciare il rally del mercato azionario, aiutati anche da una Fed che, come già detto, dovrebbe essere di supporto agli asset rischiosi.
ENG
• The latest round of US macroeconomic data confirms that the economy is cooling moderately, reinforcing expectations of a soft landing.
• These developments are paving the way for a rate cut by the Fed in September, which is expected to be announced this week and is already fully priced in by the market.
• Stock markets saw a healthy rotation, with growth stocks consolidating after a strong rally.
This week's earnings reports from four of the "Magnificent 7" could trigger a resumption of the uptrend.
We are entering the hottest week of the summer, not in terms of weather, but of relevance to financial markets.
Companies in the S&P 500, which represent about 40% of the index's market value, will present their financial statements this week; Furthermore, the Federal Reserve is expected to validate hopes of a rate cut in September and labor market data will be released.
Aside from inflation data in mid-August, there won't be anything particularly significant until the end of next month, when financial markets will eagerly await the outcome of the annual gathering of central bankers at Jackson Hole and Nvidia's earnings report , the main beneficiary of artificial intelligence so far.
Recent US macroeconomic data has shown mixed results.
Retail sales, industrial production and personal consumption exceeded expectations.
The first reading of second quarter GDP registered +2.8%, double the previous quarter and significantly better than the expected 2.0%. However, almost half of this increase was due to the accumulation of inventories (0.8%) and the increase in public spending (+0.5%).
In particular, there was a leap forward in private investments (+0.6%), partly driven by the boom in investments in artificial intelligence.
In contrast, other data, such as those relating to the housing market, unemployment claims and various confidence indicators, fell short of expectations.
This set of mixed economic data creates a “perfect scenario” for the Federal Reserve to reduce interest rates.
As Powell has repeatedly recalled, keeping rates steady in a context of falling inflation implies an increasingly restrictive monetary policy.
As the economy cools and inflation resumes its downward trend, the Federal Reserve's dual mandate to promote growth and keep inflation under control requires it to give greater weight to the risk of causing an excessive and unnecessary slowdown in inflation.
The balance between the risk of cutting rates too soon and the risk of waiting too long is shifting in favor of a cut, the quicker the better.
Several Fed governors have recently shown greater openness to considering the possibility of a cut.
Christopher Waller said:
“We are approaching the moment when a policy rate cut is justified,” while Mary Daly noted that:
“We don't want to be at a point where we start to see the job market weaken substantially or falter, because by then it's often too late to bring it back.”
Even more significant was Powell's comment during his address to Congress earlier this month.
When asked whether a rate cut in September could be seen as election interference, he responded that:
“Our commitment is to make decisions when and how they need to be made, based on data, incoming data, evolving prospects and the balance of risks, and not by consideration of other factors, including political ones.”
Many had hypothesized that the Fed, unable to cut rates in June due to the inflationary flare-up at the beginning of the year, would be forced to wait until the end of the year to avoid the risk that an easing of monetary policy shortly before the elections would be politicized.
Powell's words paved the way for Fed action.
But precisely for this reason, barring unexpected developments in macro data and in particular inflation, it will now be really difficult for the Fed not to make a cut in September.
Nothing more is expected from this week's Fed meeting than the first official opening to a rate cut at the September meeting, a message that should be reiterated even more explicitly at Jackson Hole.
The market has fully priced in this scenario, with the US curve lowering in July by around 30 basis points in the 1 to 10 year segment.
As for stocks, this week's earnings reports from Microsoft, Meta, Apple and Amazon will be much more important to markets than the Fed.
After the breathtaking rally of the previous months, large technology companies have gone through a phase of consolidation.
The correction, which initially started as a healthy market rotation, gained momentum following the results of Tesla and Alphabet.
Of the two, only Tesla reported results below expectations, while Alphabet, Google's parent company, beat all metrics.
What shocked the market was probably the following comment from CEO Pichai:
“I think we're at a stage where we need to dig deep and make sure that on these use cases (for AI products), on these workflows, we're driving deeper progress to unlock value, which I'm very confident it will happen but these things take time."
The rally in AI-related stocks has been so strong that the bar of expectations has been set very high.
It is therefore not surprising that the warning about the need for a little patience cooled enthusiasm.
The correction that followed was profound enough that today the bar is much more within reach.
Results in line with expectations or, even better, better results from the large technology companies that will present their financial statements this week could relaunch the stock market rally, also helped by a Fed which, as already mentioned, should be supportive of risky assets.