Dazi Trump
Vi consiglio di rifletterci
La domanda di questa mattina è la seguente, bisogna davvero pensare che l’amministrazione Trump lasci che il mercato azionario americano, fonte della crescita della domanda aggregata e del PIL USA, venga dimenticato dagli investitori?
Il problema dell’America è il debito, non la crescita.
Scott Bessent, segretario al Tesoro, non è un burocrate o un politico, è un professionista del mondo della finanza, che ha lavorato per anni per il Soros Fund Management.
Egli sa benissimo come funzionano i mercati e quali leve usare per muoverli.
Allora dobbiamo chiederci, qual é il suo desiderio principale in qualità di segretario al Tesoro? Che i tassi d’interesse scendano.
Per far scendere i tassi, deve creare una situazione di incertezza macro, che porti ad afflussi su beni rifugio, come i Treasury e che spinga la FED a tagliare i tassi d’interesse.
Bessent sa bene che la crescita USA è determinata dalla domanda aggregata di beni e servizi e che questa, a sua volta, è alimentata dall’andamento dei mercati azionari.
Post pandemia, la classe media e quella più abbiente hanno sostenuto l’economia USA grazie ai guadagni realizzati in borsa, sostenendo i consumi e mantenendoli a livelli elevati per tutta la nazione.
Se si vuole che la FED tagli i tassi, è necessario fare in modo che questa classe viva uno shock temporaneo di ricchezza e affinché questo avvenga, è necessario che per un po’ la borsa americana non performi.
Per quanto tempo? Per il tempo necessario a spingere l’economia USA in una fase di rallentamento, tale da dare una motivazione in più alla FED per abbassare i tassi di interesse in uno scenario, che, grazie alla debolezza della domanda, sembra riportare anche l’inflazione in linea con il target della FED stessa.
Sarà allora che l’amministrazione Trump potrà introdurre le misure pro cicliche, fatte di stimoli e di tagli alle tasse.
Solo a quel punto si potrà spingere sull’acceleratore e garantire crescita e prosperità all’economia americana, grazie a tassi d’interesse bassi, crescita in aumento e progressivo rientro del deficit fiscale.
(Anche grazie ai dazi)